dr. Nicola Derton
In passato la condizione di “ancoraggio assoluto” poteva essere fornita solamente da denti anchilosati o da impianti per implanto-protesi . La rivoluzione in campo ortodontico, rappresentata dall’introduzione dell’ancoraggio scheletrico su miniviti, ha drasticamente cambiato i concetti tradizionali della biomeccanica ortodontica. Ad oggi l’ortodontista ha l’opportunità di impiegare specifiche biomeccaniche supportate da miniviti, per ottenere movimenti dentali anche molto complicati, che prima di ora erano sostanzialmente non predicibili o addirittura assolutamente non ottenibili, se non a discapito di inaccettabili movimenti indesiderati dell’unità dentale d’ancoraggio.
Nella mia esperienza quasi ventennale con l’ utilizzo delle miniviti, ho avuto modo di utilizzare e testare clinicamente in pratica tutto il materiale che il mercato è stato in grado di proporre. Ho desiderato di proposito, con ogni tipo di nuovo TAD che ho avuto a disposizione, trattare serie di casi paritetici consecutivamente, oppure addirittura far uso nel contesto dello stesso paziente e della medesima arcata, di differenti devices al lato destro e quello sinistro, per l’ottenimento degli stessi movimenti ortodontici. In tal modo ho potuto apprezzare pregi e difetti di ogni minivite, sia nella sua parte intraossea (taglienza, aggressività, stabilità primaria, resistenza a rottura..), che a livello collo (forma, grado di angolazione del PAD, lucidità di superficie..), che perquel che riguarda la testa ortodontica extramucosa (esistono le più svariate forme e funzionalità, dal pin alla testa a croce, dall’uncino alla testa arrotondata o triangolare, con o senza fori passanti, con o senza slot per ingaggio stabile di sezionali, con alette di sottosquadro più o meno efficaci per stabilizzazione di tali sezionali tramite legature ortodontiche…)
Da più di un anno in molti casi mi sto servendo delle NUOVE miniviti PSM, che ad essere obiettivo rispondono ottimamente, con una rosa di TAD’ s e strumentario ridotta ma completa ed essenziale, a qualsivoglia necessità dell’ operatore, sia in merito al sito di inserimento che al tipo di biomeccanica egli decida di attuare. I tipi di miniviti sono 3, tutte con testa ortodontica extramucosa dotata di foro passante, di un collo dalla superficie estremamente levigata ed un PAD di contatto con i tessuti angolato di 35°. La presenza del foro permette il passaggio di una legatura metallica o di un filo elastico per trazione ortodontica; fa inoltre sì che, con tutte e tre le miniscrew, si possa adottare la tecnica per uprighting ed estrusione molare con metodica “pushing force from mesial side” conosciuta col nome di “Dista Screw System”. Tale tecnica viene eseguita per ottenere la parziale disinclusione ortodontica (generalmete pre-estrazione chirurgica) di secondi o terzi molari gravemente impattati con inclinazione mesiale. E’ essenziale per l’ esecuzione adeguata della metodica, che una porzione di corona sia visibile in cavo orale senza necessità di scappucciamento; se tali condizioni sono presenti, viene inserito un TAD interradicolare tra primo e secondo premolare o tra secondo premolare e primo molare e si usa un sezionale NiTi tondo 0.016 o 0.018 (a seconda dei casi); esso viene deflesso, compresso ed ingaggiato con una sua estremità nel foro passante della testa della minivite e con l’ altra in un tubo diretto bondato sulla corona del dente o in un microforo superficiale creato con una fresa diamantata a rosetta sulla corona del dente . Sia nel caso del foro passante sulla testa della minivite che del tubo diretto incollato sul dente, tramite del flow composite viene obliterata l’ estremità opposta (creando così una sorta di tubo chiuso) per creare lo stop del sezionale all’ uscita, mantenendolo così compresso ed in grado di sprigionare il suo potenziale elastico per uprighting-estrusione-distalizzazione del molare.
Ognuno dei 3 tipi di minivite è stato studiato per servire in modo specifico ed adeguatamente tutti i siti di inserimento vestibolari interradicolari ad ambo le arcate, palatali interradicolari al mascellare, tuber, trigono retro molare e rafe palatino mediano e per soddisfare le differenti esigenze funzionali che a seconda del caso clinico si pongono all’ ortodontista.
Questa tipologia di minivite risulta adatta quando lo scopo è di applicarvi una trazione diretta (molla, legatura metallica, filo o catenella elastica) ed al contempo si desideri la minore traumaticità possibile nei confronti dei tessuti molli. Ottima per tutti i siti interradicolari classicamente descritti in letteratura, tuber, trigono retro molare e rafe palatino.
Fanno eccezione alcuni siti interradicolari non di rado di dimensione molto ridotta, come quello tra canini e premolari o tra canini ed incisivi laterali, sia superiori che inferiori. In tali casi la PSM rh (come pure la bh, vedi sotto) hanno il diametro del corpo vite eccessivo.
Questa minivite è dotata di una testa ortodontica a forma di bracket, che replica esattamente uno slot edge-wise standard 0.022×0.028. Possiede altresì 2 micro-alette disegnate appositamente per essere particolarmente ritentive, al fine di potervi applicare in modo molto semplice una legatura elastica o metallica. Tale minivite risulta perfetta quando si intende inserirne una coppia e, dopo aver modellato un opportuno sezionale rettangolare TMA, usare la Tecnica Derton-Perini.
Secondo tale tecnica una estremità del sezionale viene ingaggiata passiva negli slot delle teste delle 2 miniviti ed ivi saldamente fissata con legatura ortodontica (dopo di ciò spesso viene anche bondato con flow composite per rendere l’ unità stabile del sezionale più rigida possibile); l’ altra estremità del sezionale trasferisce, con modalità di “cantilever”, la forza ortodontica desiderata (intrusiva, estrusiva, mesio-distale, bucco-linguale, di tip o torque coronale…) esattamente laddove essa è richiesta.
Le miniviti PSM bh risultano anche estremamente adatte all’ esecuzione della neonata tecnica di “Pseudoanchilosi”. Essa si basa sul principio biologico di stabilizzazione di un’articolazione provocata dall’inflessibilità delle strutture anatomiche che la circondano. La tecnica di Pseudo-anchilosi ortodontica su minivite per ottenere condizioni di ancoraggio indiretto “assoluto”, consiste nell’inserimento e fissaggio di un filo sezionale rettangolare in acciaio 0.020 x 0.025, opportunamente modellato, nello slot della testa di una minivite e nella connessione dello stesso, mediante bonding, sui denti scelti come unità di ancoraggio. La connessione fra denti e TAD, sulla testa della quale viene ugualmente poi applicato del flow composite per massima stabilizzazione, determina l’immobilizzazione dell’unità di ancoraggio nella posizione originaria.
La narrow possiede le stesse caratteristiche del collo e testa arrotondata della rh (quindi dal punto di vista funzionale si presta a biomeccaniche ortodontiche di trazione diretta (molla, legatura metallica, filo o catenella elastica) ed al contempo offre la minore traumaticità possibile nei confronti dei tessuti molli. La sua caratteristica peculiare è il ridotto diametro della parte intraossea (ø 1,3mm appunto), progettato appositamente per siti spesso estremamente utili nella soluzione di certi casi, ma con spazio osseo interradicolare frequentemente diminuito, come quello tra canini e premolari o tra canini ed incisivi laterali, sia superiori che inferiori. Venendo alla clinica, ad esempio le miniviti posizionate tra canini e premolari inferiori sono molto performanti nei casi di estrazioni dei quinti inferiori, quando si desideri mesializzare i molari senza minima perdita di ancoraggio in lingualizzazione del gruppo incisivo. Oppure ancora: l’ utilizzo di TAD’ s nei siti interincisivi inferiori e/o tra canino e quarto inferiore per intrudere il settore anteriore della dentatura inferiore; questa è l’ unica via percorribile ad oggi in ortodonzia fissa, con predicibilità di efficace risultato, nei casi di “canting occlusale” causato da iper-estrusione dento-alveolare asimmetrica monolaterale del gruppo incisivo centrale e laterale, canino e primo premolare di uno dei due lati. Superfluo dire quanto, disporre nel proprio strumentario di miniviti architettate appositamente per questi siti di inserimento, sia per l’ operatore di utilità eccezionale nell’ affrontare tale tipologia di quadri clinici.